czwartek, 14 grudnia 2017

Gramatyka szkoła podstawowa 2/3







LA PUNTEGGIATURA
  
I segni di punteggiatura indicano le pause e l'intonazione del discorso.

- Il punto fermo (.) indica una pausa prolungata e si mette alla fine di una frase.

- La virgola (,) indica una pausa breve e separa tra loro le parti di una frase o le parole di un elenco.
Paolo, il fratello di Luca, è partito ieri per le vacanze.

Prima di alcune parole è sempre necessario inserire la virgola:
ma, però, anzi, invece, mentre.

- Il punto interrogativo (?) si usa alla fine di una domanda.
Sei stato al mare o in montagna?

- Il punto esclamativo (!) si mette alla fine di una frase per esprimere gioia, stupore, dolore, paura.
Ahi, che male!

- I due punti (:) si usano per introdurre un elenco, una spiegazione oppure per introdurre un discorso diretto.

IL DISCORSO DIRETTO E INDIRETTO

Il discorso diretto è spesso introdotto da verbi come dire, domandare, rispondere seguiti da due punti e virgolette (: "..."), oppure da due punti e lineetta (: -...).

Chiara dice: "Oggi vado in piscina."
Giulia chiede: - Dove hai messo la mia matita?

Il discorso indiretto spiega ciò che è stato detto senza riportare le parole precise. Il discorso indiretto è introdotto dalle parole di collegamento che, di, se...

Anna dice che ieri è andata al supermercato.

IL VOCABOLARIO

Il vocabolario (o dizionario) contiene tutte le parole, i vocaboli, di una lingua e ne spiega il significato. Nel vocabolario le parole sono disposte in ordine alfabetico.

Omonimi
Gli omonimi sono nomi che si scrivono nello stesso modo, ma che hanno un significato diverso.
lettera - lettera

Sinonimi
I sinonimi sono parole diverse, ma che hanno un significato uguale o simile.
abito - vestito

Contrari
I contrari sono parole che hanno un significato opposto.
allegria - tristezza
giorno - notte
caldo - freddo

I NOMI

I nomi sono le parole che indicano tutto ciò che ci circonda.
Un nome può essere:
- comune di persona (fratello), di animale (cane), di cosa (città);
- proprio di persona (Michele), di animale (Buck), di cosa (Roma);
- di genere maschile o femminile (zio, zia);
- di numero singolare o plurale (matita, matite);
- concreto se indica qualcosa che si può percepire con i sensi (bambino, zaino, profumo, sedia);
- astratto se indica un concetto, un sentimento (allegria, libertà, amicizia, confusione);
- collettivo se indica un insieme di persone, di animali, di cose (classe, sciame, flotta);
- primitivo se non deriva da nessun altro nome (legno, latte, vetro, casa, pesce);
- derivato se deriva da un nome primitivo, ma ha un altro significato (falegname, latteria, vetrina);
- alterato se, pur mantenendo lo stesso significato del nome primitivo, gli aggiunge una caratteristica particolare (piccolo, grande, bello, brutto). Si ottiene aggiungendo al nome primitivo un certo suffiso a seconda di come se ne voglia alterare il senso.

Diminutivo: - ino, - ello (piccolo): alberello, cagnolino.
Accrescitivo: - one (grande): gattone.
Vezzeggiativo: - uccio, - etto (grazioso): tesoruccio, bimbetto.
Dispregiativo: - accio (brutto e cattivo): cartaccia, cagnaccio.



GLI ARTICOLI
Gli articoli sono parole che precedono il nome.

Gli articoli determinativi IL, LO, LA, I, GLI, LE indicano persone, animali o cose precise e note.

Vorrei lo zaino blu.

LO e GLI si usano davanti a parole che iniziano con:
- GN (lo gnomo, gli gnomi);
- SC (lo sciatore - gli sciatori);
- X, Y, Z (lo xilofono - gli xilofoni, lo yogurt - gli yogurt, lo zaino - gli zaini);
- i gruppi PN e PS (lo pneumatico - gli pneumatici, lo psicologo - gli psicologi).

Gli articoli indeterminativi UN, UNO, UNA indicano persone, animali, cose non determinate.

Vorrei uno zaino nuovo.

UNO si usa davanti ai nomi maschili che iniziano per GN, PN, PS, S + consonante, X, Y, Z.

Uno zoccolo, uno pneumatico, uno scoglio, uno gnomo.


GLI AGGIETTIVI QUALIFICATIVI


Gli aggettivi qualificativi si affiancano al nome per indicare una qualità o una caratteristica di una persona, di un animale o di una cosa. L'aggettivo qualificativo concorda sempre in genere (maschile o femminile) e numero (singolare o plurale) con il nome a cui si riferisce.

Una bambina allegra, un bambino allegro, dei bambini allegri, un bravo giocatore, una pizza gustosa, le matite colorate.

GLI AGGETTIVI POSSESSIVI

Gli aggettivi possessivi accompagnano un nome e indicano a chi appartiene la cosa, l'animale o la persona di cui si parla.

Maschile singolare - mio, tuo, suo, nostro, vostro, loro

Maschile plurale - miei, tuoi, suoi, nostri, vostri, loro

Femminile singolare - mia, tua, sua, nostra, vostra, loro

Femminile plurale - mie, tue, sue, nostre, vostre, loro

Sono aggettivi possessivi anche "proprio" e "altrui".

Il mio gatto è molto furbo.
La vostra casa è grande.
Tua sorella è simpatica.

I VERBI

Il verbo è la parte più importante del discorso, quella che dà senso alla frase. Il verbo indica un'azione, uno stato o un modo di essere riferito a persone, animali o cose.

Il verbo è formato da due parti:
la radice, che non cambia. 
gioc-
la desinenza, che cambia in base alla persona e al tempo indicati dal verbo.

I verbi all'infinito si dividono in tre coniugazioni:
- 1a coniugazione - verbi che terminano in -are (giocare, studiare);
- 2a coniugazione - verbi che terminano in -ere (correre, ridere);
- 3a coniugazione - verbi che terminano in -ire (dormire, capire).    

LE PERSONE DEL VERBO

Le persone, gli animali o le cose che compiono l'azione indicata dal verbo possono essere espresse da un nome (Luca, la mamma, il cane, la sveglia) oppure da una parola che le sostituisce: il pronome personale. Le persone del verbo si dividono in due gruppi:

1a - 2a - 3a persona singolare
io
tu
egli / ella / lei / lui

1a - 2a - 3a persona plurale 
noi
voi
essi / loro

IL VERBO ESSERE

Il verbo essere ha un significato proprio quando:
- indica uno stato (Greta è una bambina);
- esprime un modo di essere (Greta è allegra);
- significa stare, trovarsi (Greta è in camera sua).

Il verbo essere è ausiliare quando aiuta gli altri verbi a formare i tempi composti.
Greta è andata a scuola.

IL VERBO AVERE

Il verbo avere ha un significato proprio quando significa:
- sentire, provare la sensazione di... (Paolo ha sonno);
- possedere (Paolo ha un astuccio colorato).

Il verbo avere è ausiliare quando aiuta gli altri verbi a formare i tempi composti.
Paolo ha dormito troppo poco.   
 

 

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